Il Disinformatico di Paolo Attivissimo del 30 Settembre 2016 - #Instagram #WhatsApp #Signal #AlanTuring #DDos #IoT



PUNTATA 472




I titoli di ogni notizia contengono un link all'articolo originale pubblicato sul blog Il Disinformatico di Paolo Attivissimo.


Argomenti della Puntata



Le Storie di Instagram non sono private come su Snapchat

Le Storie di Instagram non sono come in SnapChat: sono visibili a tutti | Il Disinformatico

La funzione Storie di Instagram, lanciata di recente, è una copia piuttosto spudorata delle Storie di SnapChat: una collezione di foto o un breve video che dura 24 ore e poi sparisce. Ma attenzione: a differenza di quelle di SnapChat, le Storie di Instagram sono completamente pubbliche.



Le Storie sono collezioni di foto e video che durano 24 ore: ma a differenza di Snapchat queste Storie sono visibili per tutti e non solo per gli amici.

Chi pubblica una Storia presenta un cerchietto rosso intorno alla foto profilo dell'account (l'unico modo per nasconderle sarebbe rendere privato l'intero account).



 Ripassino veloce di come funziona un Storia di Instagram: per crearla, o per aggiungere una foto o un video alla Storia già esistente, si tocca la crocetta in alto a sinistra nella home page di Instagram. Si scatta la foto oppure si fa un video tenendo premuto il pulsante di scatto. Si può prendere un video o una foto già esistente, se risale alle ultime 24 ore. Si può scrivere sulla foto o filtrarla scorrendo un dito da destra a sinistra. Un tocco sulla freccia in basso e la foto viene aggiunta alla Storia del giorno. Maggiori dettagli sono in questo articolo di Wired in italiano. [articolo]




Quantomeno è possibile vedere chi si è collegato per vedere la propria storia (se può essere di consolazione).


Migliore alternativa al sempre più spione WhatsApp: Signal

Alternative a WhatsApp: Signal, ora anche su computer | Il Disinformatico

Signal ( Signal.org) è considerata una delle app di messaggistica più attente alla sicurezza e alla riservatezza: da tempo è disponibile per Android e iOS, ma ora è possibile usarla anche su computer (Mac, Windows, Linux). Da pochi giorni la versione su computer funziona anche in abbinamento agli smartphone iOS (prima era limitata agli Android).



Signal è una app di messagistica gratuita, disponibile anche in italiano: è gestita da un gruppo di informatici a cui la privacy sta a cuore, tanto da essere sponsorizzata dal paladino della rete Edward Snowden (colui che ha rivelato le nefandezze dell'NSA).



La prima musica computerizzata risale a 65 anni fa: Alan Turing

A quando risale la prima musica computerizzata? A 65 anni fa | Il Disinformatico

Sembra incredibile, ma i primi suoni musicali generati da computer risalgono ai primi anni Cinquanta del secolo scorso. La registrazione più antica di questi tentativi di fare musica tramite calcolatori è infatti datata 1951 ed è stata recentemente restaurata per ripresentarla al pubblico.



Nel 1951 sono stati effettuati i primi esperimenti per sintetizzare musica con un calcolatore, che occupava l'intero pian terreno del Computing Machine Laboratory a Manchester, nel Regno Unito.

L'ideatore di questo programma di sintesi è Alan Turing l'eroe di guerra informatico che permise agli inglesi di conoscere in anticipo i piani della Germania di Hitler grazie alla decifrazione dei segnali generati dalle macchine Enigma.

Turing fu anche pioniere dell'informatica moderna nonchè dei primi studi sull'intelligenza artificiale.



La registrazione restaurata, realizzata all’epoca dalla BBC su un disco di acetato da 12 pollici e oggi corretta per eliminare disturbi, distorsioni e variazioni di frequenza, include tre melodie: God Save the King (Queen), Baa Baa Black Sheep e In the Mood di Glenn Miller. [articolo]

Christopher Strachey insegante che si occupò della melodia ricorda la reazione laconica di Turing dopo l'ascolto del brano: “Good show”



WhatsApp cambia le regole dell'accordo (e pregate non lo faccia ancora)

Facebook, la Germania ferma la condivisione dei dati di WhatsApp; garante privacy italiano apre istruttoria | Il Disinformatico

Molti utenti di WhatsApp hanno percepito come il tradimento di una promessa la recente decisione di Facebook di prendere dati da WhatsApp per vendere pubblicità mirata.


Il garante della privacy di Amburgo ha intimato a Facebook di interrompere la condivisione dei dati della app di messaggistica con il social in blu.

I problemi più gravi rigurdano gli utenti non iscritti a Facebook e non presenti su WhatsApp che si trovano comunque registrati sui server di Zuckerberg.




Il più grande attacco DDos della storia realizzato via "Webcam"

Nuove frontiere degli attacchi informatici: oscurare un sito tramite le webcam | Il Disinformatico

Pochi giorni fa il sito dell'esperto di sicurezza informatica Brian Krebs, KrebsOnSecurity, spina nel fianco di molti criminali online per via delle sue inchieste, è stato oscurato con una forma di attacco decisamente insolita: sono state utilizzate centinaia di migliaia di telecamere connesse a Internet.


L'ultima tendenza riguarda paralizzare i siti utilizzando le webcam (anche altri dispositivi IoT ad ogni modo): lo ha scoperto il ricercatore di sicurezza Brian Krebs che si è tovato il blog paralizzato.

La ritorsione degli hacker si è svolta prendendo il controllo di un certo numero di webcam (solitamente piene di difetti di sicurezza), a cui è stato installato software ostile al fine di prenderne il controllo ed effettuare chiamate sul sito bersaglio.

L'operazione ha generato 620 Gbps di traffico dati. Hakamai non è più riuscita a deviare il traffico dal sito di ricercatore di sicurezza, cosa a cui ha provveduto Google.

OVH detiene però il primato mondiale, avendo subito un attacco da oltre un Tbps e mezzo di dati, ottenuto sempre con la stessa tecnica. Il mondo della IoT (Internet delle Cose, Internet of Things) deve essere necessariamente ripensato dal punto di vista della sicurezza.