domenica 17 dicembre 2017

Il Disinformatico di Paolo Attivissimo, Puntata 528 del 15 Dicembre 2017 - #Sicurezza #Password #Bitcoin #Mining



I titoli di ogni notizia contengono un link all'articolo originale pubblicato sul blog Il Disinformatico di Paolo Attivissimo.




Argomenti della puntata

Come far sembrare autentico un sito falso: aprire una ditta di nome "Identity Verified" | Il Disinformatico

Ultimo aggiornamento: 2017/12/15 10:35. Una delle consuetudini errate ma molto diffuse tra gli internauti è che se un sito mostra accanto al nome un lucchetto chiuso si tratta di un sito autentico e quindi vi si può immettere tranquillamente la propria password (non si tratta, insomma, di un sito-fotocopia di phishing).




Ecco perché si raccomanda di usare password differenti | Il Disinformatico

Uno degli errori più comuni nella sicurezza informatica è usare la stessa password dappertutto, nella convinzione che se è sufficientemente complicata non verrà indovinata da nessuno. Il difetto fatale di questo approccio è che se viene violato uno qualsiasi dei siti nei quali abbiamo usato quella password, i criminali informatici hanno in mano le chiavi di tutti i siti e servizi che usiamo: social network, mail, negozi online, account nelle reti di gioco, eccetera.




Carte d'identità liberamente scaricabili online: una storia di ordinaria insicurezza | Il Disinformatico

Ultimo aggiornamento: 2017/12/15 10:25. Quando raccomando di non inviare via Internet scansioni dei propri documenti d'identità, spesso mi capita di essere accusato di eccessiva paranoia. Ma dai, mi dicono, cosa vuoi che succeda? I siti che chiedono questi documenti li custodiscono bene, no? No.




Febbre da Bitcoin: siti sfruttano i computer dei visitatori per generare denaro digitale | Il Disinformatico

Se visitate un sito e vi accorgete che la ventola del vostro computer inizia a girare follemente e il computer si scalda parecchio, non è detto che sia colpa del sito progettato maldestramente: potrebbe essere assolutamente intenzionale. Alcuni siti, anche molto famosi, hanno infatti cominciato a sfruttare i computer dei visitatori per generare criptovalute come i Bitcoin.