venerdì 20 novembre 2015

Il Disinformatico di Paolo Attivissimo - puntata del 20 Novembre 2015 (il dopo Parigi)




Il titolo di ogni notizia contiene un link all'articolo del blog di Paolo Attivissimo.

Link alla puntata odierna, 20 Novembre 2015 trasmesso dall'emittente radiofonica svizzera ReteTre: qui.




Crittografia e libertà di comunicazione Online: il falso attentato su WhatsApp

Tutto quello che viene pubblicato sui social media non è privato nè tantomeno anonimo: testimone ne è il caso di un utente svizzero che ha inviato su WhatsApp un avviso di allarme ai suoi contatti per metterli in guardia da un presunto attentato su un treno per Zurigo.

Il responsabile è stato prontamente individuato dalle autorità svizzere: ma a questo punto è lecito chiedersi come ci sia riuscita la polizia di Zurigo, se le comunicazioni di WhatsApp sono cifrate con un sistema End-To-End.

Senza poter entrare nei dettagli (conosciuti peraltro solo dagli specialisti del settore) la cifratura funzionerebbe solo tra sistemi Android: in aggiunta i metadata dei messaggi circolano in chiaro. Insomma, individuare l'autore di un messaggio è tutt'altro che difficile.



Diffusione di falsi avvisi e bufale: un comportamento irresponsabile

Qualche esempio:

Nostradamus e la previsione degli attentati: un classico senza tempo

La Torre Eiffel spenta dopo gli attentati: accade ogni notte.



Telegram blocca utenti pro-ISIS: come ci è riuscità considerando che le comunicazioni sono criptate?

Risposta: anche le comunicazioni via Telegram sono parzialmente leggibili. Le chat e le chat di gruppo sono private tra i membri, ma i pacchetti di sticher, i canali (messaggi broadcast), i bot (account per la gestione automatica dei messaggi) sono pubblicamente disponibili.

I messaggi privati nei gruppi restano inaccessibili e l'unico modo per poter intercettare chi fa propaganda terroristica è quello di infiltrasi all'interno di questi gruppi per poi segnalare alle autorità i facinorosi attraverso l'indirizzo abuse@telegram.org.



App svizzera Threema raccomandata dall'ISIS


Per quanto la pubblicità (positiva o negativa) sia l'anima del commercio, ricevere feedback positivi per il proprio lavoro dall'ISIS non è certo il viatico migliore per il successo e risulta un testimonial quantomeno sgradito.

I vertici di CIA ed FBI vorrebbero fossero implementate delle backdoor in tutti i programmi di messaggistica di questo tipo: il provvedimento sarebbe completamente inutile visto che nella maggior parte dei casi i terroristi progettano da sè le app di messagistica per scambiarsi i messaggi.

Indebolire la privacy dei cittadini e delle aziende andrebbe a tutto vantaggio dei malfattori e lascerebbe indisturbate le organizzazioni criminali/terroristiche tecnologicamente ben equipaggiate; generare queste backdoor creerebbe un falso senso di sicurezza.

Post di Sergio Zanatta, retwittato da Paolo, riguardante il tema della crittografia e la libertà di comunicare privatamente in rete: qui.


Appelli Falsi collegati ai fatti di Parigi

Allarme secondo in cui ci sarebbe un virus chiamato "On est tous Paris" contenuto all'interno di una foto allegata al messaggio. Una volta scaricato il virus aprirebbe una torcia olimpica  in grado di bruciare il settore zero del PC!!!. Bufala che gira da 10 anni. Non inoltratela ed accendete i neuroni!

Bandire le Playstation: notizia delirante pubblicata da Forbes che citava il ministro degli interni federali belga: in realtà le dichiarazioni erano state fatte giorni prima dell'attentato e si trattava solo di una congettura.

Fotografia Bufala: la foto del presunto attentatore circolata in rete è falsa e si tratta di una vendetta ordita nei suoi confronti da alcuni gamer rancorosi che il malcapitato di cui non avrebbe tessuto le lodi in rete.

Messaggio vocale su WhatsApp: è una bufala; non diffondetelo. Aumenta il clima di paura in modo immotivato. Non cadete in queste trappole!!!

Australia: la ricerca sui nativi digitali e le loro abilità informatiche

Comprare tablet ai bambini sembrerebbe non aumentare le competenze informatiche dei ragazzi con età compresa tra i 12 e i 16 anni: si tratta di una vera e propria regressione. 

Ma questo è chiaro: tablet, pc e mac sono dispositivi completamente diversi. I tablet sono tecnologie a scatola chiusa che sviluppano poco le conoscenze informatiche dei ragazzi.



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