sabato 20 febbraio 2016

Il Disinformatico di Paolo Attivissimo del 19 Febbraio 2016 - Apple, FBI, Adobe, Ransomware




I titoli di ogni notizia contengono un link all'articolo originale pubblicato sul blog Disinformatico di Paolo Attivissimo.

Link al podcast della puntata: http://mediaww.rsi.ch/rsi/unrestricted/2016/02/19/2052182.mp3

Sommario

Primo Gennaio 1970: la data della morte per gli iPhone

I modelli 5s e superiori con un processore a 64 bit si bloccano impostando la data al 1 Gennaio 1970, data emblatica di inizio di Unix (in pratica l'anno zero dell'informatica moderna). Tutto è partito da un messaggio che prometteva la scoperta di un Ester Egg di Apple impostando questa data (lo scherzo è nato su 4Chan, una delle chat più borderline ed irriverenti della rete). Se incappate in questo inconveniente dovete come miimo attendere che si esaurisca la batteria, oppure dovete portare il telefono in assistenza dove scollegheranno la batteria.


Se siete vittime dello scherzo ecco la soluzione "Fai da Te"




Adobe: attenzione agli aggiornamenti che possono cancellare una cartella casuale sul PC

Adobe Creative Cloude cancella con il penultimo aggiornamento la prima cartella in ordine alfabetico sul Mac: fortunatamente è già uscito un aggiornamento non pericoloso. Attenzione.



Apple vs FBI: 

Tim Cook ha pubblicato una lettera in risposta alle richieste dell'FBI di creare una backdoor (per essere precisi una versione modificata di iOS fatta apposta per permettere attacchi a forza bruta) per accedere al telefono dell'attentatore Syed Farook scavalcando la password di protezione. Al rifiuto di Apple si è unita Google, Firefox e tutti i grandi protagonisti della rete.




Scie Chimiche:

La smentita ufficiale dell'Ufficio Federale dell'Ambiente svizzero, se mai ce ne fosse ancora bisogno: e purtroppo ce n'è ancora bisogno.

Ransomware:

Attenzione come sempre agli allegati presenti nelle mail in grado di iniettare ed installare codice in grado di criptare i dati sensibili di un pc e delle cartelle di rete collegate alla macchina (tanto da infettare interi server). Un ospedale di Hollywood è arrivato a pagare 17.000 dollari per ripristinare la normale operatività.




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