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sabato 10 ottobre 2015

Il Disinformatico di Paolo Attivissimo - puntata del 9 Ottobre 2015



Il Podcast di oggi: link



Il Bollettino Disinformatico del 9 Ottobre 2015 (nei titoli il link all'articolo nel blog di Paolo Attivissimo):



Sentenza Facebook: i dati dei cittadini dell'Unone Europea non devono più transitare nei server degli Stati Uniti. Cosa cambia in pratica? Nulla (non si tratta di una sentenza retroattiva). Molto probabilmente cambieranno le regole di utilizzo del servizio (e chi le ha mai lette?!?).


Alternative a "Mi piace" su Facebook: si tratta di pulsanti Emoticons chiamati "reactions".



Tratto dall'articolo di Paolo Attivissimo linkato nel titolo:
"Si chiamano Love, Haha, Yay, Wow, Sad e Angry e sono acquattati sotto il pulsante “Mi piace” tradizionale: si rivelano tenendolo premuto brevemente. La novità, però, è limitata agli utenti irlandesi e spagnoli (o a chi simula di esserlo) e verrà estesa agli altri utenti del social network dopo questa fase sperimentale iniziale.

Si può scegliere un solo pulsante per volta (non si può ridere e anche wow-are uno stesso post, per esempio), e viene visualizzato il conteggio delle singole reazioni: dieci “mi piace”, un “wow”, quattro “yay” e così via."



Si cala finalmente il sipario sulla novità annunciata un mese dal CEO di Facebook riguardo alla potenziazione del tasto "mi piace", comunemente travisata nell'implementazione di un tasto "Non mi piace", mai dichiarata né tantomeno prevista.



Stesso modello Apple 6S, processore differente: esistono 2 processori diversi sui modelli di iPhone 6S; uno è di Samsung che pare consumare più batteria e uno targato TSMC.

Citazione dall'articolo:
"Per scoprire il tipo di processore si può usare un'app gratuita come Lirum: se nella pagina principale il numero di modello è N66AP o N71AP, vuol dire che il telefonino ha un processore Samsung e quindi una durata inferiore della batteria; se il numero è invece N66MAP o N71MAP, l'iPhone 6s ha un processore TSMC meno avido di energia."



Numerose falle nelle telecamere di sorveglianza: le telecamere di sicurezza commerciali sono vulnerabili alle attenzioni degli hacker. Un ricercatore, Gianni Gnesa, ha scoperto questi bug e ad una conferenza informatica il suo intervento, nel quale stava per rivelare le marche interessate, è stato annullato per motivi legali. Per rimediare occorre aggiornare i software dei dispositivi e cercare di far sì che le installazioni vengano svolte da personale qualificato in grado, magari, di riversare foto e video su un server sicuro e meno accessibile per gli hacker.

Arrestato un voyeur digitale: un 33enne di Leeds sfruttava il malware Blackshades per accedere ai computer degli utenti sparsi in rete, spiarli via webcam e carpirne informazioni personali.

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