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domenica 26 aprile 2015

Dr. Joe Show ,19 Aprile 2015 - Preservativi e Intestini di Pecora, la storia di questi presidi medici







Sommario

Intervista a Victoria Kaspi professoressa di Astrofisica e Cosmologia presso la McGill University di Montreal, vincitrice di un prestigioso premio, il Killam Prize, a seguito degli studi sulle stelle di neutroni.

Intervista alla "Science Babe" Yvette d'Entremont , antagonista della ben poco scientifica Food Babe.

Preservativi ed intestino di pecora.


Trivia Show

Risposta alla domanda del Trivia Show: gli speziali vittoriani cosa producevano a partire dall'intestino di pecora, diossido di zolfo e liscivia? Preparavano dei "preservativi".

L'idea di utilizzare dei preservativi durante la pratica sessuale non è prerogativa dell'ultimo secolo: per quanto manchino prove a riguardo si presume che già nell'antico Egitto e a Roma venissero utilizzati tessuti di cuoio finissimo a tale scopo. Uno scavo archeologico condotto nella latrina di un castello inglese (uno spazio chiuso dal lontano 1647) testimonia però inequivocabilmente l'utilizzo di membrane animali per la produzione di preservativi: questo perchè era già evidente da qualche secolo che tali dispositivi fossero in grado di constrastare la diffusione di malattie come la gonorrea e la sifilide. Non è per nulla semplice capire chi abbia inventato i preservativi di intestino animale, probabilmente si tratta di qualche macellaio medioevale che si era reso conto di come il budello ripulito di una pecora avesse un diametro simile a quello di un membro maschile. Durante l'epoca vittoriana i preservativi erano largamente prodotti e venivano chiamati "French Leather", ossia cuoio francese: erano ancora prodotti con budello di pecora ed erano dotati di un cordino per poterli chiudere.

Il metodo di preparazione era comunque elaborato: i budelli di pecora venivano presi nei mattatoi, trattati con liscivia (una soluzione di idrossido di potassio) per eliminare il grasso dello strato interno dell'intestino e lavarlo via, una volta trasformato dall'idrossido in sapone; i budelli venivano poi esposti ai fumi di zolfo per poter rendere la pelle più morbida.

Nell'antica Roma lo zolfo veniva utilizzato per purificare le botti di vino e prevenire la formazione di microorganismi capaci di trasformare il vino in aceto, nonchè per sbiancare lana e cotone. Spesso negli intestini animali rimanevano delle parti scure che rendevano il prodotto poco sicuro e poco atraente dal punto di vista commerciale: il diossido di zolfo permetteva di sbiancare la pelle e renderla più morbida.

L'avvento della gomma vulcanizzata, scoperta da Charles Goodyear nel 1839, cambiò completamente il mercato dei preservativi: bastava modellare la gomma in uno stampo alla giusta temperatura per ottenere il prodotto voluto a cui poi si aggiungeva del borotalco a fungere da lubrificante. Oggi si utilizza ancora la gomma vulcanizzata per produrre i preservativi ed il proceduimento non è cambiato molto dopo tutto: uniche accortezze riguardano l'utilizzo di gomma altamente purificata e il controllo dei livelli di nitrosammina, un carcinogeno ritenuto comunque innocuo in questi dispositivi medici (link all'artcolo del 2001: E Proksch, Toxicological evaluation of nitrosamines in condoms in International journal of hygiene and environmental health, vol. 204, 2–3, 2001, pp. 103–10, DOI:10.1078/1438-4639-00087, PMID 11759152).







lunedì 13 aprile 2015

Dr Joe Show - 5 Aprile 2015





Trivia Question


Quale gas prende il nome dalla parola greca “odore”?

L’Ozono (O3) dal greco “ozein” scoperto da Christian Friedrich Schönbein nel 1840, durante esperimenti di ossidazione lenta del fosforo bianco e di elettrolisi dell'acqua.


Esperimenti e Sbufalamenti
Come è possibile far entrare un uovo bollito privato del guscio all’interno di una bottiglia il cui collo ha un diametro molto più piccolo di quello massimo dell’uovo




Il trucco consiste nel dare fuoco ad un pezzo di carta, metterlo nella bottiglia, e chiuderla con l’uovo: dopo pochi secondi l’uovo comincerà ad essere risucchiato nella bottiglia. La combustione della carta consuma l’ossigeno presente nella bottiglia, ma non è responsabile per il vuoto parziale creato nella bottiglia. La combustione della carta produce infatti CO2 e vapore acqueo come prodotto finale. Pertanto questi gas vanno a sostituire l’ossigeno perso e non si ottiene una perdita di gas totale all’interno della bottiglia. La ragione per cui si riduce la pressione nella bottiglia è da imputare piuttosto  al calore trasmesso dalla combustione alle molecole di gas nella bottiglia che cominciano a muoversi più vorticosamente: ossigeno ed azoto tendono così a sfuggire dalla bottiglia prima che questa venga sigillata. (La pressione è da intendersi come la forza che le molecole di gas esercitano su una superficie). Anche se nella bottiglia ci sono meno molecole, l’azione del calore tende a farle collidere più frequentemente contro la superficie: questo significa che la pressione è sostanzialmente uguale dentro e fuori alla bottiglia. Ma quando la temperatura del gas diminuisce anche le collisioni contro la superficie diventano minori e perciò l'azione delle molecole esterne contro l’uovo che sigilla la bottiglia sono preponderanti rispetto all'azione delle molecole interne: il risultato è che l’uovo viene spinto all’interno della bottiglia. Per tirarlo fuori è necessario soffiare vigorosamente nella bottiglia (questo aumenta la pressione nella bottiglia).


La Coppettazione




Bufale sulla “Cupping Therapy”, in italiano Coppettazione: la coppettazione è una pratica terapeutica propria della Medicina cinese e fa parte delle pratiche terapeutiche esterne. La coppetta è costituita da un vasetto di vetro o ceramica o bambù del diametro di 5 cm circa che viene applicata sulla cute in precisi punti o aree per ottenere l'effetto terapeutico. La coppettazione non ha una base scientifica e sembra efficace solo nel controllo del dolore (effetto placebo) nonostante anche per questa indicazione le evidenze di efficacia siano piuttosto deboli. Oltretutto è impossibile effettuare studi rigorosi in doppio cieco su questa pratica (se ti stanno applicando una coppetta lo sai punto e basta).


Pasqua, Antrace e Vaccini
Antrace e la Pasqua Ebraica: la sesta piaga d’Egitto, quella della tempesta di sabbia in grado di provocare ulcere a uomini ed animali, potrebbe avere una spiegazione scientifica: l’antrace. L’antrace, o carbonchio, è un'infezione acuta causata dal batterio Bacillus anthracis che può rimanere dormiente nel terreno anche per anni. Il termine deriva dal greco ἄνθραξ, che significa "carbone", dal colore nero delle lesioni cutanee che si sviluppano nelle vittime di questa infezione.



La teoria dei germi di Pasteur venne formulata proprio con i batteri dell’antrace: il grande medico francese dimostrò che inoculando ad un gregge di pecore una formula attenuata dell’antrace (una soluzione di bacilli riscaldati), gli animali riuscivano a sviluppare l’immunità verso l’agente patogeno.

lunedì 6 aprile 2015

Nuovo sensore per cellule tumorali messo a punto dal #MIT


I ricercatori del MIT mettono a punto un nuovo sensore basato sull'impiego di onde acustiche per discriminare rare cellule tumorali presenti nei campioni sanguigni dei pazienti.

Per saperne di più: http://newsoffice.mit.edu/2015/sound-waves-detect-rare-cancer-cells-0406