I titoli di ogni notizia contengono un link all'articolo originale pubblicato sul blog Il Disinformatico di Paolo Attivissimo.
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Argomenti della puntata
Facebook lotta contro le fake news, ma nascono influencer virtuali
Facebook lotta contro le fake news, ma nascono influencer virtuali | Il Disinformatico
Grandi manovre in corso nella lotta contro le fake news: Facebook, uno dei maggiori luoghi virtuali di condivisione delle notizie, ha annunciato pochi giorni fa, al convegno Fighting Abuse @Scale tenutosi a San Francisco, di aver deciso di ridurre la visibilità delle notizie false, mostrandone soltanto un'immagine piccolissima e una breve descrizione testuale, mentre le storie autentiche manterranno le loro dimensioni normali.
40 anni di spam
40 anni di spam | Il Disinformatico
Qui sotto trovate il testo della prima mail classificabile come spam: risale al primo maggio 1978, quando Gary Thuerk (foto qui accanto, tratta da Computerworld), un venditore della DEC (Digital Equipment Corporation, nome importante dell'informatica di quegli anni, successivamente assorbito da HP) inviò a tutti gli utenti di Arpanet, una delle reti da cui poi sarebbe nata Internet, un invito a partecipare alla presentazione del nuovo computer della sua azienda.
Anche WhatsApp attiva lo scaricamento dei dati del profilo
Anche WhatsApp attiva lo scaricamento dei dati del profilo | Il Disinformatico
Dopo Facebook e Instagram, anche il terzo prodotto della scuderia Zuckerberg, ossia WhatsApp, ha annunciato che attiverà a breve una funzione che consentirà lo scaricamento dei dati del propri account in tutto il mondo, seguendo le istruzioni indicate in questa pagina.
Twitter: scusate, abbiamo visto le vostre password, cambiatele
Twitter: scusate, abbiamo visto le vostre password, cambiatele | Il Disinformatico
Twitter sta avvisando i suoi utenti (circa 330 milioni nel mondo) che le loro password non sono state protette adeguatamente e sta invitando a cambiarle appena possibile per sicurezza. Normalmente le password vengono custodite dai fornitori di servizi come Twitter usando sistemi di protezione ( hashing) grazie ai quali neanche il fornitore sa o può vedere le password degli utenti ma può soltanto verificare se viene immessa la password corretta.
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